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Un’altra chiesetta trasformata da David Tremlett

Nella Cappella di San Maurizio a Santo Stefano Belbo, l’artista riprende nella scansione delle forme geometriche la relazione tra segno e architettura tipica della sua ricerca.

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La Cappella sarà visitabile dagli ospiti del Relais e, previo appuntamento, dal pubblico esterno.
Orari: dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Tel: +39 0141 841900
email: art@relaissanmaurizio.it

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Dopo gli affreschi realizzati insieme a Sol Lewitt nella cappella della famiglia Ceretto a La Morra e l’intervento alla chiesetta della Beata Maria Vergine del Carmine di Coazzolo (Asti),  David Tremlett è tornato nelle Langhe per portare la sua arte.

Questa volta l’artista britannico, ha rivolto la sua attenzione al monastero di San Maurizio a Santo Stefano Belbo per i 400 anni dalla sua fondazione.

La struttura, di proprietà della famiglia Gallo, dopo un restauro conservativo durato quattro anni e improntato al più rigoroso rispetto della storia e del paesaggio che lo circonda, ospita oggi una raffinata dimora Relais Chateaux.

L’opera di David Tremlett, “Wall Drawing in Pastel for OPEN SPACE San Maurizio”, è frutto della collaborazione tra Relais San Maurizio e la galleria di Torino Noire Gallery.

“Quest’anno ricorrono i 400 anni dalla fondazione del monastero che ospita il Relais San Maurizio, un luogo unico sospeso nel tempo, in cui convivono con estrema armonia tradizione e avanguardia. Per questo motivo, abbiamo chiesto a David Tremlett, profondo conoscitore e amante delle Langhe, di realizzare un’opera in grado di creare un fil rouge fra arte e territorio, fra antico e moderno. Un binomio che mi affascina da sempre e che David Tremlett ha saputo esprimere al meglio, grazie all’uso sapiente di colori accesi e forme astratte”, dichiara Pier Domenico Gallo, noto imprenditore del settore finanziario e Presidente della Fondazione Gallo.

È proprio Tremlett a dichiarare che l’evoluzione del colore utilizzato nell’opera per Relais San Maurizio deriva dalla frequentazione dell’Italia: “In Italia, sono stato circondato dagli affreschi di Giotto, Piero della Francesca, Mantegna […]. Ero immerso nel colore e sentivo di dover cambiare il mio modo di disegnare”.

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