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Mostra “Paperoles” a Cuneo

Dal 3 al 12 gennaio 2020 a Cuneo in Corso Nizza 21, angolo corso Dante.

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Paperoles, dal francese papier roulé, significa letteralmente “carta arrotolata”. I paperoles erano reliquiari, decorati e abbelliti con carta, fili dorati, ricami e altri materiali più o meno preziosi, eseguiti tra il XVII e il XX secolo.

Si tratta di una particolare tipologia di reliquiario, ad utilizzo domestico o conventuale, tradizionalmente realizzato in carta da suore di clausura, dove le immagini sacre o le reliquie, poste all’interno di quadri o altre custodie, erano arricchiti da elaborate ed accurate composizioni in carta ed altri materiali, come cere, avori, vetri e cristalli.

I paperoles traggono ispirazione dalla tecnica orafa della filigrana; erano costruiti arrotolando su se stesse piccole striscioline di carta dorata e colorata secondo motivi per lo più a soggetto floreale. Potevano, poi, anche essere impreziosite da perline, conchiglie, coralli, piccole pergamene, ritagli di stoffa, pezzetti di vetro e frammenti ossei attribuiti ai santi.

Alla ricchezza della decorazione corrisponde un forte valore simbolico, che riporta al tema della fecondità e della vita; mentre l’iconografia e la disposizione di ogni elemento che appare nel reliquiario rivelano precisi riferimenti teologici e alla vita del santo.

Questi capolavori hanno da sempre suscitato meraviglia, perché composti da infinite combinazioni di dettagli minuscoli e curati, che nulla lasciano al caso.

Si tratta, in genere, di piccoli oggetti devozionali, intimi, per uso privato, delle miniature preziose pur nella loro semplicità, destinate al clero e alle famiglie aristocratiche.

La loro realizzazione, in teoria semplice (basta arrotolare piccole strisce di carta dorata), si evolve con il tempo in composizioni che richiedevano mesi di lavoro e necessitavano di una straordinaria pazienza.

Pazienza che anche Mario Collino (in arte Prezzemolo) ha usato per costruire i capolavori esposti in questa mostra, traendo ispirazione dal mondo della natura e dalla vita quotidiana.

Nelle raffigurazioni tradizionali non compare mai la figura umana. Invece Prezzemolo ha voluto inserire l’elemento antropico nei due spettacolari Presepi esposti.

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