Roberto Voerzio nasce nel ’52 e all’età di otto anni è già nei campi ad aiutare il padre che coltiva pesche e uve nebbiolo, dolcetto e barbera. Quando cresce e assaggia per la prima volta un Barolo, capisce subito qual è la sua vocazione: fare quel vino. Lascia la scuola e inizia a lavorare in vigna, andando di tanto in tanto in Borgogna con l’amico Elio Altare. Il suo sogno è riprodurre in Langa il fascino senza tempo dei grandi rossi francesi.
Voerzio fa parte di una generazione di contadini di Langa, praticamente sconosciuta fino alla fine degli anni Ottanta, che ha cambiato modo di interpretare e comunicare il più famoso vino rosso piemontese, diventando star incontrastata per tutti gli anni Novanta. Questi produttori, che hanno consolidato il successo barolista in tutto il mondo, furono soprannominati dalla stampa americana “Barolo Boys”. Il nuovo Barolo è un concentrato di colore scuro, un’esplosione di frutto al naso e in bocca sostituisce i tannini dell’uva con quelli della barrique: il mercato impazzisce e questo cambiamento segna la fine di un’epoca. Superato lo shock iniziale dovuto alla novità, il fronte dei tradizionalisti si ricompatta e nascono le due visioni del Barolo: una più classica legata a una certa idea di identità, l’altra aperta a ogni possibile sperimentazione e miglioria tecnica.
Nel 1986 Voerzio inaugura la sua cantina a La Morra, nel cuore delle Langhe. Inizialmente esteso per soli 2 ettari, oggi il vigneto ne ricopre ben 20 grazie all’acquisizione negli anni dei cru più prestigiosi e storici per la produzione di Barolo come La Serra, Brunate, Cerequio, Sarmassa, Rocche dell’Annunziata, Fossati, Case Nere e di ottimi vigneti per il Dolcetto, la Barbera, il Nebbiolo e il Merlot. Una produzione di assoluta eccellenza che nasce grazie a una cura maniacale della vigna caratterizzata da basse rese, lasciando pochissimi grappoli per pianta così che abbiano tutto il nutrimento e siano migliori.
In tutte le operazioni in cantina non viene utilizzata nessuna sostanza che possa modificare le caratteristiche del vino. Non vengono utilizzati concimi chimici, diserbanti, antimuffa o altre sostanze che vanno a interferire sul ciclo vegetativo della vite e sulla maturazione dell’uva. Concimazione manuale con letame di mucca o humus, potatura molto corta con 5-8 gemme per pianta, due successivi diradamenti e una resa molto bassa, garantiscono di vendemmiare ogni anno solo uva molto sana e matura, ricca di zuccheri, aromi e profumi. Il contenuto di solfiti all’imbottigliamento è solitamente inferiore al 50% della quantità permessa dalla legge. Questa è l’unica sostanza presente estranea all’uva. La fermentazione alcolica dura dai 10 ai 30 giorni e avviene spontaneamente senza aggiunta di lieviti. In seguito alla fermentazione malolattica in vasche d’acciaio tutti i vini, tranne il Dolcetto, vengono affinati in legno. Nessun vino viene filtrato e ogni tipologia, compresi Dolcetto d’Alba, Nebbiolo Langhe e Barbera d’Alba Cerreto, pur essendo vini più semplici, ha una grande attitudine all’invecchiamento. Si consiglia infatti di berli dopo almeno 5-6 anni di affinamento in bottiglia poichè sono in grado di evolvere nell’arco di 20-30 anni.
L’impatto che il lavoro di Roberto Voerzio ha avuto sul territorio in questi tre decenni ha fatto sì che oggi i suoi Barolo siano universalmente riconosciuti come alcuni dei più grandi esistenti. Bottiglie di culto in grado di rappresentarlo, che non dovrebbero mancare dalla cantina di ogni vero appassionato.