L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) si pone l’obiettivo di contribuire alla pace e la sicurezza dei popoli, promuovendo la collaborazione tra i Paesi del mondo attraverso i canali dell’educazione, della scienza e della cultura.
Uno dei compiti dell’UNESCO è quello di incoraggiare l’identificazione, la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale: esso rappresenta la storia e l’identità di ciascun popolo e costituisce l’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future.
La lista del Patrimonio Mondiale comprende a oggi più di mille siti; l’Italia è il Paese che conta più siti in assoluto: 50 in totale (a giugno 2014).
Un sito viene iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale solo se l’UNESCO riconosce la presenza di un “Eccezionale Valore Universale” (Outstanding Universal Value, abbreviato in OUV).
I paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, grazie all’eccezionale valore della loro cultura del vino che ha nei secoli modellato il paesaggio, sono iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 22 giugno 2014.
L’Eccezionale Valore Universale proposto per questo sito è rappresentato dalla radicata cultura del vino e dallo straordinario paesaggio modellato dal lavoro dell’uomo, in funzione della coltivazione della vite e della produzione del vino. Il sito costituisce infatti una testimonianza unica di una tradizione culturale viva, e un esempio eccezionale di rapporto tra l’uomo e la natura per più di due millenni. I filari dei vitigni storicamente coltivati nel territorio, le tipologie di coltura, il ricco sistema dei luoghi produttivi e degli insediamenti tradizionali evidenziano un paesaggio “vivente”, in cui ogni sua evoluzione avviene nel costante rispetto ed equilibrio di tradizione e innovazione.Il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato è dunque il risultato eccezionale di una “tradizione del vino” che si è trasmessa ed evoluta dall’antichità fino a oggi, costituendo il centro della vita socio-economica del territorio.
Un percorso lungo, tortuoso, per un risultato unico e storico: per questo progetto di valenza e portata uniche si è lavorato per 11 anni. I paesaggi vitivinicoli del Piemonte diventano così il 50° Sito UNESCO italiano, il secondo in provincia di Cuneo, dopo l’ingresso del Monviso tra le riserve della Biosfera, il 29 maggio 2013.
La targa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura che ricorda il monumento come la seconda delle sei componenti che compongono il sito: La Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante e il Monferrato degli Infernot.
La continua ricerca di miglioramento del ciclo produttivo ha portato, e ancora oggi porta, alla produzione di vini di eccellenza e qualità internazionale (quali il Barolo, il Barbaresco, l’Asti Spumante e il Barbera d’Asti), grazie ad un ricco patrimonio di saperi e tecniche, basati sulla profonda conoscenza dei vitigni qui coltivati da secoli (Nebbiolo, Moscato Bianco, Barbera) e della loro capacità di adattamento alle condizioni ambientali.