Cuneo è un capoluogo commerciale più che artigianale (anche se ultimamente hanno trovato sede negli immediati dintorni molte attività industriali), è sempre stato il mercato ideale dove si potevano trovare oggetti di artigianato del legno, della ceramica, del ferro, che arrivavano dalle vallate limitrofe. Le specialità gastronomiche che offre sono innumerevoli: la castagna, da gustare bollita o caldarrosta, oppure nei dolci prelibati come il «Monte Bianco» e il «Marron Glacès». Accanto ai piatti tipici della cucina piemontese, troviamo la lumaca, già apprezzata ai tempi dei romani. Ai più golosi non possono certo sfuggire i famosi cuneesi al rhum, inventati da Andrea Airone, sono fatti di una finissima e raffinata pasta di cacao. Quale importante polo commerciale Cuneo è la sede ideale per Fiere e Manifestazioni. Tra le più conosciute ricordiamo l’Illuminata e la Fiera del marrone.
Castagna di Cuneo Cuneesi al rhum
Un po’ di storia
La città di Cuneo nasce come libero comune nel XII secolo. Il primo documento storico che ne comprova l’esistenza risale al 23 giugno 1198. La libertà del nuovo centro è malvista dai signori feudali, che, capeggiati dal Marchese di Saluzzo, formano una coalizione che agli inizi del ‘200 distrugge Cuneo. Il centro abitato viene ricostruito e da allora fu soggetto all’alternarsi di dominazioni da parte dei Marchesi di Saluzzo, degli Angiò, dei Visconti di Milano (1348); nel 1367 torna agli Angioini, amati dai cuneesi perché rispettosi della loro libertà. Nel 1382 Cuneo si assoggetta volontariamente ai Savoia, ottenendo il riconoscimento di giurisdizione sulle Valli Stura, Grana, Gesso, Vermenagna e sulle città di Busca, Centallo e Boves.
A causa della sua posizione strategica viene coinvolta nella turbolenta politica europea nel 1500 e nei secoli successivi. In questo periodo la città respinge sette assedi, ai quali oppone gloriosa resistenza. A seguito di uno di questi nel 1557 le fu assegnato il titolo di città. Dopo una breve parentesi napoleonica, iniziata con l’Armistizio di Cherasco del 1796 e conclusasi con la Restaurazione (1817), durante la quale è capoluogo di Dipartimento, nel 1859 viene eletta capoluogo di provincia. Cuneo è nuovamente protagonista nei due conflitti mondiali: alla provincia Granda va il triste primato del numero di vittime, tra i più alti in Italia. Durante la Seconda Guerra erano 5800 i cuneesi della divisione alpina la “Cuneense” sterminata in Russia nel ’43. Cuneo fu uno dei più importanti centri della Resistenza Partigiana, nonché patria dell’eroe Duccio Galimberti, organizzatore delle prime bande antifasciste e antinaziste.
Una città di uomini illustri
Pare che Hemingway, di passaggio in Piemonte, fece una deviazione a Cuneo per poter assaggiare i famosi Cuneesi al rhum. Il capoluogo non ha soltanto attratto personaggi, ma è la patria di numerosi uomini illustri che si sono distinti nelle arti, nella politica, nella scienza e nella guerra. Tra i “grandi” troviamo Duccio Galimberti, a cui è intitolata la piazza omonima, eroe nazionale della Resistenza e medaglia d’oro al valore militare. Un altro cuneese illustre è Giuseppe Peano (1858-1932), il più celebre matematico italiano dell’800 e del ‘900. Sempre in ambito scientifico nacque alla fine del settecento lo zoologo Franco Bonelli, docente universitario e interprete delle teorie del Lamark. Il capoluogo della provincia Granda è la patria di Vincenzo Virginio (1752-1830) che diffuse la coltura della patata, di Antonio Bartolomeo Bruni (1751-1821) violinista, compositore e direttore d’orchestra. In campo teatrale si distinse Giovanni Toselli (1819- 1886) attore di prosa e grande interprete del teatro dialettale piemontese, e Nino Bernini, (1880-1960) scrittore di drammi e commedie. Si distinsero in politica Giuseppe Barbaroux, (1772-1843) Ministro della Giustizia sabaudo e principale autore del Codice Albertino, e Marcello Soleri (1882-1945) Ministro del Tesoro dopo il primo conflitto.