La città degli Acaja ha alle spalle una storia ricca e avvincente, documentata dai reperti di età neolitica e romana ritrovati nei siti archeologici dei dintorni. Incerte le origini più remote, mentre il toponimo «Fossano» compare in un’iscrizione del 1236. Appena nato, il Comune iniziò a capire cosa vuol dire sopravvivere: cercò di farlo tramite leghe e alleanze in grado di aiutarlo nella lotta contro i potenti dell’epoca, Saluzzo e Monferrato, fino a quando, nel 1314, compì l’atto di dedizione ai principi d’Acaia. Entrata nel secolo successivo nell’orbita dei Savoia, attraversò un periodo di difficoltà: la peste e i saccheggi inflitti dai francesi occuparono parte del Cinquecento, fino alla definitiva affermazione dei Savoia. Nel 1566 Fossano otterrà da Emanuele Filiberto il titolo di città e, nel 1592, verrà eretta in diocesi. Nel Seicento la città, nonostante le lotte dinastiche, visse il suo “secolo d’oro”: espansione demografica ed economica, sviluppo artistico e culturale in cui operano Giovenale Boetto ed Emanuele Tesauro. Nuovamente occupata dai Francesi, la città riprese la sua crescita nel Settecento, quando diventò capoluogo di provincia. Vennero erette la nuova cattedrale, l’ospedale, le chiese di San Filippo e di Sant’Antonio Abate; operò in città un’Accademia di notevole importanza culturale; si consolidò definitivamente l’industria serica e l’abitato si estese oltre le mura. Nel 1796 arrivarono ancora, ma sarà l’ultima volta, i francesi, entrati in città pacificamente. Anche a Fossano l’inizio dell’ottocento portò all’abbattimento delle mura e a una risistemazione urbanistica del concentrico.

Il simbolo di Fossano è il castello, un imponente edificio costruito tra il 1324 e il 1332 per volontà del principe Filippo d’Acaja, con il quale il principe ricompensava la città per l’atto di dedizione del 1314. Lo sforzo per costruire l’opera non fu indifferente e al termine essa risultava costituita da quattro torri maestose poste agli angoli di un quadrilatero, mura merlate, un fossato e altre fortificazioni. Il castello, passato ai Savoia nel secolo successivo, verrà poi trasformato in palazzo nobiliare, con tanto di cortile porticato interno, sale, saloni e finestre esterne. Per pochi mesi, nel Cinquecento, ospiterà anche la corte ducale di Emanuele Filiberto. Alla fine del Seicento, il castello iniziò la sua parabola discendente: carcere, caserma, di nuovo carcere, di nuovo caserma. Un declino interrottosi solo negli anni Sessanta, quando l’edificio venne sottoposto a interventi di recupero e risistemazione tenendo conto delle strutture cinquecentesche. Dopo l’intervento di restauro, il maniero ospita attualmente la Biblioteca civica ed è uno spazio in cui la città si ritrova per mostre, congressi e attività culturali. Fossano è poi ricca di chiese e palazzi, testimoni evidenti della sua importanza storica e artistica.

Nei dintorni
La città conta attualmente 24.561 abitanti e ha una quindicina di frazioni che si possono facilmente raggiungere: Sant’Albano Stura, Trinità e Bene Vagienna, località caratterizzata dagli antichi portici e ricca di edifici civili e religiosi di pregio, come la chiesa di San Francesco. Percorrendo la strada Reale si giunge rapidamente a Marene, con il castello Salza e, nel centro abitato, quello dei marchesi di Saluzzo, radicalmente trasformato nell’ottocento.
Castello della Salza – Marene Chiesa di San Francesco – Bene Vagienna Trinità
All’orizzonte le Alpi assai vicine, uno spettacolo di imponenza e di bellezza che conquista, specie in inverno quando tutto è innevato
Ma in pianura non si tratta solo di bellezza: la neve è infatti indispensabile per proteggere i preziosi raccolti sotto un cielo che ha pochi rumori.
Castelli S. Martino
Nelle vicinanze di Fossano sorsero in passato parecchie fortificazioni. Nella frazione di S. Martino erano situati i castelli della Motta, del Mottellino e delle Perosine, che, di appartenenza dei casati di S. Giulia, divennero in seguito baronie della discendenza dei Celebrini, già conti di Predosa.
Torre del Garbino
ln frazione S. Vittore fu innalzata una bella torre, che si presenta attualmente ancora discretamente conservata e incorporata in una abitazione rurale. Chiamata torre del Garbino, fu costruita verso il 1400, modificata nel 1675, restaurata nel 1900 da F. Sacco: così si legge sulla lapide.
Castello Amintoni
In frazione Murazzo fu eretto un castello che, di proprietà degli Amintoni, passò ai Dionisy che, trasferitisi nel 1240 a Fossano, da poco fondata, lo abbandonarono. La costruzione andò così in e oggi non resta nulla.
Torre della cascina
Una torre, nella frazione di S. Sebastiano, è l’unico residuo di una fortificazione. Anticamente di proprietà dei conti Olivola di Torino e poi dei Bava-Beccaris, è incorporata in un edificio chiamato «Cascina Palazzo» e anche «Villa Bianca».
Castello Rinaldo
Il castello Rinaldo sorse sulla sinistra del torrente Stura. Di proprietà dei Pasero, questi nel 1242 lo abbandonarono per trasferirsi nel nuovo comune di Fossano. Col tempo fu trasformato in abitazione rurale.
Villamirana
Lungo la strada che da Fossano porta a Marene, esistette un tempo il castello di Villamirana di cui non restano più tracce. Le scarse notizie storiche riferiscono soltanto che era dotato di un’alta torre e che ne furono signori gli Operti.
Castello Bava
In regione S. Lorenzo restano oggi dell’antico castello dei Bava, conosciuto col nome di «Cascina del Castello», tre torri e un corpo centrale. Fu fatto costruire dalla famiglia Bava nei primi anni del secolo XVI e secondo alcuni da Antonio Bava che fu ambasciatore del Duca di Savoia presso la corte di Francia e dovette acquistarsi qualche merito. E certo che qualcuno della famiglia si distinse nei confronti della comunità, se fu loro concesso il privilegio di innalzare un castello. Infatti gli statuti fossanesi vietavano ai nobili, che avevano giurato fedeltà al comune, di costruire torri e castelli.