La targa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura riconosce sei componenti che fanno parte del sito: La Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera (con i comuni di Montegrosso, Mombercelli, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra, Nizza Monferrato), Canelli e l’Asti Spumante (con i comuni di Santo Stefano Belbo, Calosso, Canelli) e il Monferrato degli Infernot (con i comuni di Cella Monte, Ozzano Monferrato, Sala Monferrato, Rosignano Monferrato, Ottiglio, Olivola, Frassinello Monferrato, Camagna Monferrato, Vignale Monferrato) .

Canelli e le cattedrali sotterranee
Questo territorio è reso inconfondibile dal paesaggio che lo circonda, grazie alle distese di vigneti curati e plasmati nel corso degli anni dal lavoro dei contadini. È qui che, grazie a un continuo miglioramento delle tecniche di coltivazione e lavorazione del vitigno moscato bianco, si è dato il via alla storia dei grandi vini spumanti italiani. In tutto l’area conta 1236 ha di vigneti coltivati prevalentemente a moscato bianco, 238 aziende vitivinicole specializzate nella produzione di spumante.

Fu, nel lontano 1895, il professore enologo piemontese Federico Martinotti ad applicare per primo il nuovo metodo di vinificazione da cui si ottiene tale vino; si trattò di un primo importante passo verso l’avvio della produzione di spumante piemontese che fu seguito da un continuo affinaggio delle tecniche, tra cui si ricorda l’apporto dell’enologo francese Charmat, che ha portato all’ottenimento dell’attuale pregiato prodotto.
La città di Canelli viene presa come pietra miliare di questa componente per il fondamentale ruolo giocato nell’evoluzione dell’Asti Spumante.
Comune di impianto medioevale, si compone di una porzione detta Villanova, sorta intorno all’antica struttura fortificata, e del borgo, formatosi per stratificazioni successive attorno all’antico castello medioevale. Le architetture dell’area di Canelli sono una testimonianza della capacità di adeguare i luoghi alle trasformazioni e alle esigenze del ciclo produttivo vitivinicolo. Proprio all’interno del Comune si avviò nella seconda metà dell’Ottocento la ricerca di Martinotti: all’interno di spazi chiamati volgarmente “Cattedrali Sotterranee”, si avviarono le prime spumantiere del comprensorio. Si tratta di ampi spazi sotterranei, caratterizzati da ambienti voltati con mattoni a vista, che devono la loro forma e distribuzione degli spazi ai procedimenti di lavorazione del vino spumante.
Cantina Contratto Cantina Gancia
All’interno del sito “Canelli e l’Asti Spumante” si inserisce un altro piccolo borgo che rappresenta un esempio singolare di architettura vernacolare strettamente legata alla cultura vitivinicola. Si tratta del piccolo borgo di Calosso, paese d’altura che ha saputo conservare inalterato il suo impianto medioevale, e dei suoi particolari crutin, cantine scavate nel tufo e voltate in mattoni, usate sia per la conservazione domestica delle bottiglie e delle derrate alimentari sia come cisterne o ghiacciaie. La loro diffusione nel borgo di Calosso risulta piuttosto estesa, tanto che quasi ogni abitazione del centro storico ne risulta in possesso. Si tratta di ambienti dalla dimensione molto variabili la cui costruzione, la cui data spesso è riportata con una scrittura manuale sulle pareti, risale ad un periodo tra il XVIII e il XIX secolo.

Il Monferrato degli Infernot
L’area in questione comprende otto centri urbani d’altura caratteristici per l’uso diffuso della “Pietra da Cantoni”, un’arenaria presente unicamente in questa porzione di territorio, nel bacino collinare di Langhe, Roero e Monferrato. Tali strutture, collocate al di sotto delle comuni abitazioni e utilizzate per la conservazione delle bottiglie, costituiscono delle vere opere d’arte nate dalla tradizione contadina e dalla perizia di mastri cantonieri.

Il sito “Il Monferrato e gli Infernot” comprende anche al suo interno l’ecomuseo dedicato alla lavorazione della “Pietra da Cantoni” e le due maggiori cave, oramai inattive da diversi anni, da cui si estraeva in origine il materiale di partenza.

Il vitigno principale di questo territorio resta sempre il Barbera, vinificato principalmente come Barbera del Monferrato diverso dalla Barbera d’Asti per le differenti tecniche di vinificazione con cui si ottengono i due vini rossi. Sono presenti in tutto 104 aziende produttrici e a Vignale Monferrato, all’interno di un palazzo settecentesco, si trova l’Enoteca del Monferrato riconosciuta come una delle prime enoteche regionali sorte in Piemonte.