La ricca e generosa zona pianeggiante saviglianese

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La pianura saviglianese, come peraltro in genere questo territorio, similmente ad altri luoghi pianeggianti della Granda, ha fama di essere generosa di prodotti.

Primo fra tutti l’allevamento di bestiame, vero fiore all’occhiello per merito della razza piemontese, che continua da tempo una secolare tradizione basata sulla crescita del vitello in modo naturale al riparo da ogni rischio di sofisticazione, ben affianca a nuove introduzioni come l’Angus, preziosa razza nobilitata dagli chef più esigenti. Fra le razze da latte, le classiche e diffuse “frisona” e “pezzata” e la più montanara “bruna” forniscono un ottimo prodotto fresco che è la base ideale per tutta la produzione casearia tradizionale di origine bovina.

Buona diffusione ha anche la produzione delle cosiddette carni alternative, cioè pollame e conigli. Ancora in forte espansione l’allevamento suino. Altra ricchezza di questo angolo del Piemonte sono frutta e verdura. Tanto è antica la propensione di questa terra e della sua gente a questo tipo di coltivazioni che, nei secoli, le produzioni sono andate concentrandosi attorno ad alcune città, autentiche capitali: ecco allora le mele di Saluzzo e Pagno, i Kiwi di Verzuolo, le pesche di Lagnasco, i porri di Cervere, le fragole di Sommariva Perno, Peveragno e Baldissero. Ma in tutta questa regione ortaggi e frutta hanno trovato terreno fertile e operatori capaci di sfruttare al meglio le risorse. In questo panorama grandi produzioni di patate, cipolle, zucchine, fagioli, peperoni, rendono davvero la pianura saviglianese un luogo meraviglioso, un bacino di ricchezze immense per l’intera provincia. E poi, anche il clima è una singolarissima condizione propizia per i prodotti della terra. Da non dimenticare anche i cereali come frumento, mais, orzo e avena, prodotti con sistemi naturali senza abuso di sostanze chimiche.

Ma questa pianura non è solo agricola, è stato lo scenario naturale del binomio indissolubile tra i Savoia e queste zone, un passato sempre presente nella memoria storica, come testimoniato da innumerevoli tracce architettoniche e artistiche. Come ad esempio, il castello di Racconigi, nota per essere stata l’ultima residenza di caccia dei Savoia.

ln realtà questa costruzione risale a epoca molto remota, anche se il suo attuale aspetto si deve al Guarini e a Successive modifiche ottocentesche. Un grande parco poi, si estende per 170 ettari sul retro dell’edificio, mentre nell’interno si può visitare la sala d’Ercole, gli appartamenti cinesi e le camere del Re e della Regina. Centro agricolo e industriale, Racconigi è anche famosa per le sue cicogne che dal 1985 sono tornate a nidificare, per merito della LIPU, in centro cicogne e anatidi. Non lontano da questo centro si può incontrare Cavallermaggiore, conosciuta per il palazzo del municipio risalente al 400 e per la Confraternita di Santa Croce e San Bernardino, meglio nota come dei Battuti Bianchi, chiesa settecentesca opera dell’architetto monregalese Francesco Gallo. Meritevoli di attenzione anche i portici del centro cittadino sovrastati dalla bellissima torre civica.

Una pianura popolata di città, gioielli artistici, ricche di commercio e industria.

Città, come piaceri immediati, o meglio come il piacere di scoprire una vivace e diffusa presenza artigianale, mestieri nuovi e antichi, saldamente legati al passato. Una miriade di paesi che hanno insomma, saputo conservare i loro legami con la storia passata, con quelle specialità gastronomiche, veri piaceri della tavola.

Una pianura come ha sempre sostenuto Giovanni Arpino che «corre in un unico respiro confondendo i suoi grigi fino al sipario lontanissimo delle Alpi». Luoghi come Scarnafigi con la sua bella parrocchiale affrescata dal Jean Claret; Monasterolo di Savigliano, Villanova Solaro con una graziosa canonica quattrocentesca della parrocchiale, Murello Moretta nota soprattutto per il Santuario della Beata Vergine del Pilone; Polonghera con il suo magnifico castello-residenza della famiglia Costa e il Santuario della Beata Vergine del Pilone.

Scarnafigi

Tesori d’arte

Merita in questa pianura una sosta artistica. Dopo aver ammirato la bellezza del paesaggio non si possono trascurare i gioielli dell’architettura. Su tutti, il bellissimo e maestoso palazzo Taffini d’Acceglio, oggi sede del Mùses, realizzato intorno al 1620, attribuito all’architetto Ercole Negri di Sanfront e voluto dal conte Giusto Amedeo Taffini, governatore della città e della provincia. Abitato nel settecento da Isabella Savoia-Carignano è stato in anni passati, acquistato dalla Cassa di Risparmio di Savigliano e divenuto oggetto di una sapiente opera di restauro. Gli affreschi del salone d’onore del palazzo Taffini d’Acceglio rappresentano senza dubbio, il più importante anello di congiunzione tra i duchi di Savoia e la nobiltà saviglianese. Dipinti realizzati con grande maestosità intorno al 1640 da Giovenale Antonio Molineri, che si avvalse della collaborazione di Jean Claret, di Giovenale Boetto e forse anche, di Costanzo e Martino Arbaudi. Le immagini pittoriche narrano le battaglie combattute da Vittorio Amedeo l. L’intero ciclo pittorico si svolge sotto lo sguardo attento di Carlo Emanuele l, morto nella città di Savigliano nel 1630, che dall’alto dell’ingresso domina con eleganza e possenza le vicende belliche vissute dal proprio erede.

Palazzo Taffini d’Acceglio

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