La Valle Gesso, nella sua parte inferiore fino a Valdieri, presenta un suolo calcareo e un aspetto paesaggistico appena montagnoso. Più a monte invece, il territorio si divide in piccoli bacini scavati in grotte granitiche, caratteristiche per gole strozzate e conche aperte.

Prima sosta obbligatoria Valdieri che deve il suo etimo a Wald, bosco. Superato il paese troveremo un bivio. Svoltando si sale a Entraque, paese che sorge dove si uniscono tre torrenti. Molti i rifugi, luoghi ideali per vivere a contatto con la natura. Salendo invece diritti si giunge alla frazione San Lorenzo e poi al bellissimo borgo di Sant’Anna eletto dai Savoia quale luogo privilegiato per il ristoro estivo, oltreché per le battute di caccia continuate fino ai tempi di Vittorio Emanuele III. Di qui si deve assolutamente proseguire sino al monte Matto e poi al rifugio Livio Bianco, in un paesaggio ricco di laghi: Sottano della Sella, Soprano della Sella e Soprano della Valletta.

A circa sette chilometri invece sopra Sant’Anna ci sono le terme di Valdieri, già conosciute in epoca romana e meta ambita anche dai Savoia. Si tratta di trentadue sorgenti ipertermali che generano acque solforose, a una temperatura che oscilla tra i 50 e i 70 gradi. Uniche in Italia sono famose anche per le cure a base di alghe terapeutiche, indicate per combattere i reumatismi o curare inestetismi dermatologici.

Alle spalle delle terme dipartono diversi sentieri che conducono all’Argentera, in un paesaggio affascinante per merito di una varietà di ambienti e sensazioni. La cima dell’Argentera poi è situata all’interno dell’omonimo Parco Naturale, istituito nel 1980 dalla Regione Piemonte. Qui è possibile vedere camosci, stambecchi, marmotte, ermellini, volpi, aquile, picchi neri. E dal punto di vista della flora: faggi, abeti bianchi, larici, rododendri, viole, castagni e poi la saxifraga florulenda, una specie endemica. Passeggiare in questo paradiso significa scoprire i dolci sentieri, costruiti per i re che portano al Valasco, dove si può vedere la piccola casa di caccia sabauda, e laghi stupendi come il Claus o il della Portette.

Superato il ponte sul Gesso, occorre lasciare l’auto all’imbocco del Vallone di Lourousa. A questo punto la mulattiera si inoltra con ben dodici tornanti nel fitto bosco ricco di larici sino al Gias Lagarot. Il piccolissimo laghetto è circondato dalla parete nord del Corno Stella e il ripido ghiacciaio del Canalone di Lourousa. Si giunge dunque al rifugio Morelli Buzzi. Ora è consigliabile risalire lungo pietraie sino ad arrivare alla mulattiera che porta al colle del Chiapous. Di qui l’accesso è verso il Vallone delle Rovine da cui si raggiunge il rifugio Genova. Proseguire poi lungo il sentiero che costeggia il lago.
Particolarmente suggestiva, poi, la direttiva che con l’auto o in bicicletta raggiunge Madonna del Colletto per poi ridiscendere verso Demonte in un paesaggio alquanto panoramico.

Risalendo la vallata, invece, ci si addentra nel Parco naturale dell’Argentera che si estende su una superficie di 25.000 ettari ed è un vero paradiso per camosci, stambecchi, marmotte ed aquile. Un ambiente esigente, cui si sono dovuti adattare piante, animali e anche le persone. Fra endemismi botanici e specie animali tipicamente alpine, spicca il patrimonio culturale della valle, valorizzato dall’Ecomuseo della segale.

Ne sono esempi il carnevale alpino dell’orso di segale di Valdieri e le feste estive della segale e della lavanda. La Valle Gesso è priva di valichi stradali: non vi si passa per caso, è un mondo da scoprire di proposito. E lo si può fare in tutte le stagioni: a piedi, sui pedali o con gli sci, lungo i sentieri che portano ai rifugi e alle vette del Parco delle Alpi Marittime. Si incontrano un paesaggio e una natura che sono esempio di tangibile contrasto fra selvaggio e chiaroscuri, con pareti ripide, ampi pascoli, laghetti incastonati fra le rocce e piccoli ghiacciai ostinati, i più meridionali di tutto l’arco alpino. Vale una sosta anche Roaschia, nota per la Fiera interprovinciale della pecora roaschina, in primavera, dedicata alla promozione della razza ovina e dei prodotti caseari locali. A poca distanza, il calcare dà spettacolo: presso la sorgente della Dragonera l’acqua scaturisce dalla roccia, mentre più a valle si aprono le grotte del Bandito, oggi riserva naturale inclusa nel Parco delle Alpi Marittime.
