Pur contando circa 31 mila abitanti, è sede di società come la Ferrero, l’industria tessile Miroglio, Famiglia Cristiana e tutte le pubblicazioni della San Paolo, La Mondo, multinazionale dei palloni, leader nella pavimentazione sportiva. Inoltre i poveri contadini delle Langhe si sono trasformati in imprenditori e commercianti di vino e prodotti della terra. I Ceretto, conosciuti in tutto il mondo per il loro Arneis (il Blangé), e Pio Cesare sono i nomi più importanti del vino di Alba.
Le fiere

Capitale economica e morale delle Langhe, Alba lo è anche del vino e del tartufo. I grandi rossi che si producono nel suo territorio o nelle zone limitrofe trovano nella città il massimo risalto. Non è infatti un caso, che ogni anno nella seconda metà di aprile si svolga “Vinum”, una manifestazione dedicata alla produzione enoica, con notevole riferimento all’ultima annata pronta per il consumo. I vini si possono degustare e acquistare e vengono organizzati anche convegni e manifestazioni folcloristiche.
Un altro irrinunciabile appuntamento è la Fiera Nazionale del Tartufo che si svolge in ottobre ed è dedicata al prezioso fungo ipogeo che si può degustare in tanti ristoranti della zona.
La Fiera del Tartufo iniziò nel 1929 come “Fiera Mostra Campionaria a premi dei rinomati tartufi delle Langhe”. Crebbe ben presto di importanza tanto che si organizzavano treni speciali da Torino, Genova, Milano per raggiungere Alba. Anche la stampa italiana ed estera incominciò a occuparsi della manifestazione. Nel 1993 la manifestazione assunse ufficialmente la denominazione di Fiera del Tartufo che conserva ancora oggi. Dal 1962 la Fiera Nazionale del Tartufo è presa in mano dall’Amministrazione comunale che la gestisce con la nomina di un apposito comitato organizzatore che fa capo oggi all’Ente Turismo Alba, Bra, Langhe e Roero.

A fare da prologo alla Fiera del Tartufo è come ogni anno il Palio degli asini, una manifestazione nella quale si mescolano la rievocazione storica, accurata e precisa, gli avvenimenti del passato e la corsa degli asini. Il Palio, cioè la corsa vera e propria, è preceduto da una rievocazione molto accurata con dovizia di costumi e con una lunga sfilata di personaggi, che per un giorno riporteranno gli albesi a respirare l’aria del Medioevo. Le origini della singolare competizione sono antichissime. Il 10 agosto 1275, giorno in cui gli albesi festeggiavano il loro patrono San Lorenzo, gli abitanti di Asti, con i quali erano in guerra da tempo, ricomparvero nei pressi della città e fecero danni nei dintorni. Poi vennero sotto le mura e, siccome era la festa di San Lorenzo corsero il Palio come facevano durante la festa del loro patrono. Il gesto stava a simboleggiare che ormai gli astigiani consideravano di loro proprietà il territorio nemico. Gli albesi non digerirono facilmente la beffa e si vendicarono anni dopo andando a vincere lo stesso Palio di Asti. Il Palio degli Asini nacque nel 1932: venne deciso di correrlo usando asini anziché cavalli per sdrammatizzare e sminuire l’affronto subito nel 1275. Se la corsa è imprevedibile e divertente e la vittoria affidata esclusivamente al caso, molto seria è la rievocazione storica alla quale prendono parte oltre 500 personaggi in costume. Sono nove i borghi cittadini che si contendono il drappo dipinto ogni anno da un pittore diverso: il Borgo di San Lorenzo, il quartiere nobile per eccellenza, il Borgo di San Martino, che prende il nome da una delle porte di accesso alla città, il Borgo del Brichet, il cui nome deriva o da un monticello che c’era al centro della piazza o dall’esistenza di un’industria per la lavorazione dello zolfo; il Borgo dei Patin e del Tesor, un quartiere noto per la solidità economica dei suoi abitanti e per l’attaccamento ai lavori più umili; il Borgo delle Rane, popolato in prevalenza da pescatori, nel quale si trovavano numerose taverne frequentate dalla milizia; il Borgo del Fumo, verso la campagna dove esistevano numerose fornaci; il Borgo della Moretta in direzione di Diano, con una ricca tradizione di corse di cavalli, il Borgo di Santa Barbara che portava alla Langa di Como della vecchia strada di Rodello e San Cassiano.