di Nadia Toppino
Visitare Carrù anche in periodi diversi dalla Fiera ha il suo perchè!
La Fiera ha origini antiche. Si hanno notizie che fin dal 1473 si tenevano in Carrù dei mercati di bestiame con frequenza bisettimanale. La prima Fiera del Bue Grasso risale al 15 dicembre 1910, nata per volontà dell’Amministrazione Comunale e del Comizio Agrario di Mondovì, per porre rimedio alla grave carenza di animali da macello ed al conseguente aumento dei prezzi della carne.

Ora è diventata un tradizionale appuntamento commerciale e folkloristico che quest’anno giunge alla 109° edizione, la cui importanza è diffusa anche fuori dai confini regionali, con la finalità di promuovere l’allevamento dei bovini di razza piemontese, favorendo il consumo di carni di eccellente qualità.
Infatti alla fiera, che si tiene annualmente il secondo giovedì antecedente il Natale, sono ammessi esclusivamente bovini da macello di razza piemontese, suddivisi nelle categorie buoi, manzi, vitelle, vitelli, vacche, manze, torelli e tori.
Il bollito di Carrù
La Fiera del Bue Grasso è un appuntamento annuale importante e sempre dolcemente atteso per i carrucesi, caratterizzato dalla preparazione del piatto tipico: il Bollito, un monumento della tradizione gastronomica italiana.
La parte più attesa della fiera , soprattutto per esperti gastronomi e appassionati di cucina, è la preparazione del Bollito, un monumento della tradizione gastronomica italiana.
Opulento, profumato, fumante: il Bollito Italiano è uno dei piatti più monumentali della tradizione gastronomica invernale carrucese.

La sua preparazione semplice, ma lunga e paziente, in tempi di frettolosità culinaria lo ha reso sempre meno frequente sulle tavole familiari, ma è molto amato da chi di cucina se ne intende.
C’è chi gli dedica versi, chi fiere e serate gastronomiche, chi promuove gare di assaggio, chi si lascia ingolosire dalle salse che lo accompagnano.
Nella letteratura il bollito appare nel 1887 in «Cucina Borghese semplice ed economica», edito da Vailardi e di autore ignoto. Per parlare di Gran Bollito, piatto preferito da Vittorio Emanuele II, è doveroso riportare la «regola del sette» di Giovanni Goria, Accademico della Cucina.
L’Accademia italiana della cucina ha ricostruito la ricetta chiamandola «Grande Bollito Storico Risorgimentale Piemontese».
Il gran bollito misto alla Piemontese si compone di sette tagli: tenerone, scaramella, muscolo di coscia, stinco, spalla, fiocco di punta, cappello del prete. In pentole diverse si cuociono invece i sette ornamenti: la testina di vitello completa di musetto, la lingua, lo zampino, la coda, la gallina, il cotechino e la rolata.
Il grande piatto unico va completato con almeno tre sui sette bagnetti che la tradizione ci propone. I più classici sono:
- quello verde rustico (bagnet vert), una salsa ottenuta da prezzemolo, acciughe, aglio e mollica di pane raffermo;
- il bagnetto rosso (bagnet ross), con pomodori, aglio, senape e aceto rosso, cren, una salsa a base di rafano particolarmente agre o una salsa al miele.
La statua del bue di Carrù
Ma oltre al bollito, e sempre legato alla grande fiera di Carrù, il paese è famoso per un altro monumento: la Scultura al Bue Grasso di Carrù, una statua in pietra inaugurata nel giugno del 2002.
L’opera costruita da sei scene a bassorilievo in bronzo strettamente collegate alla “storia contadina e alla figura del bue” dalla nascita del vitellino, all’allevamento, alla macellazione, alla tavola e da un’ulteriore scultura in marmo raffigurante due buoi aggiogati realizzata dal maestro Raffaele Mondazzi, dietro un progetto delll’Architetto Danilo Tomatis.
E’ stato un desiderio comune, che ha unito i voleri dell’amministrazione, dei commercianti, degli artigiani del paese, dei coltivatori diretti e degli allevatori. Un modo artistico ed evidente per riconoscere l’importante ruolo che l’animale ha svolto nella storia di Carrù, e per celebrare nel contempo l’attività degli agricoltori, degli artigiani e dei viticoltori del territorio.

La statua è posizionata nella piazza, insieme ad alcune panchine colorate e alla più caratteristica panchina gigante in Oro, da cui godere del magnifico paesaggio.
Perciò ogni momento è buono per visitare Carrù, e per degustare il monumentale bollito piemontese in uno dei ristoranti tipici cittadini.
Dove mangiare:
- Osteria del borgo, di proprietà della famiglia Lubatti nasce nel 1997 nel centro di Carrù, ristorante con cucina tipica dove regna il carrello del bollito e tutto quello che ruota intorno alla cucina piemontese info@osteriaborgo.it
- Ristorante Palazzo di Mezzo, Ristorante della tradizione carrucese specialità carni, ravioli al plin e dolci fatti in casa. info@palazzodimezzo.com
- Trattoria Vascello d’Oro, tipica Trattoria di proprietà della famiglia Cravero, propone l’autentica cucina Piemontese delle Langhe, con il Gran Bollito Misto di Bue di Carrù. info@vascellodoro.it
- Ristorante al bue grasso, cucina Piemontese con specialità “Bollito di Carrù” staff@ristorantealbuegrasso.it
- Agriturismo I Magnin, situato in posizione naturalistica suggestiva, nella periferia di Carrù dispone di un’ampia sala per cerimonie, spazi ricreativi per bambini ed un ampio parcheggio agrimagnin@libero.it
- Ristorante Moderno, locale aperto negli anni ’50, vanta grande esperienza nel bollito misto accompagnato dalle 7 salse , prodotte con le antiche ricette piemontesi. info@ristorante-moderno.it