La storia
Nato nel 1970, Flavio Costa fin da piccolo ha pasticciato con la nonna e la mamma, da qui la decisione di iscriversi alla Scuola alberghiera di Finale Ligure, cominciando, nelle stagioni estive, a farsi le ossa in Sardegna. Passato verso altre esperienze, è forse con Corrado Fasolato a Borgo San Felice (Siena) che ha avuto i maggiori stimoli a seguire un certo tipo di cucina.
Ancora un po’ di esperienze e l’avvicinamento a casa hanno portato Flavio Costa al “Palma” di Alassio dai Viglietti per poi, nel 1999, aprire il suo primo ristorante.
«A piccoli passi e con tanti sacrifici anche dei miei genitori ho improntato il locale sulla ricerca della qualità assoluta in tutti i reparti, da qui sono arrivati i primi grandi riconoscimenti, dalla stella Michelin, nel 2003, ad avere un ottimo punteggio su tutte le maggiori guide, senza mai dimenticare la cosa più importante, il riconoscimento dei clienti»,
sottolinea con soddisfazione.
Nel 2013 il trasferimento in una nuova “location” ad Albissola Marina e poi, nel febbraio del 2016, il grande passo con tutte le speranze e le paure di un trasferimento importante quale quello avvenuto all’interno della “Tenuta Carretta” a Piobesi d’Alba, grande cantina e “location” nel cuore del Roero nella patria di alcuni dei più grandi prodotti d’Italia, il tartufo bianco d’Alba e le uve Nebbiolo.
“Tenuta Carretta”: una certezza di assoluta unicità
Una meravigliosa cascina, residenza storica di nobili famiglie, immersa tra dolci pendii coltivati a vigna nel cuore di un territorio secolarmente vocato alla viticoltura. Una conduzione, quella della famiglia Miroglio, che con lungimiranza guarda al futuro, come testimoniato anche dalla parole di Franco Miroglio, il quale sottolinea:
«È un grande onore quello di portare avanti questa tradizione secondo i valori che hanno fatto del nostro territorio una grande zona vitivinicola, mantenendo però un occhio di riguardo per il progresso e l’innovazione tecnica».
La filosofia del “21.9”
Dalla Liguria Costa ha portato il pesce con spazio nella carta abbinato a “menu” di degustazione come “Terre”, “Tradizione” e “Gastronomico”.
Una bella e profonda carta dei vini annovera circa 750 etichette partendo naturalmente dalle bottiglie di “Tenuta Carretta”, con largo spazio per le bollicine, una passione dello chef, così come per i vini di Langhe e Roero con i quali accompagna i clienti durante la degustazione dei piatti.
La sua è una cucina “calda”, moderna, istintiva, lineare e immediata, con precisi tratti come la freschezza, la leggerezza e l’incisività.
Sono questi gli aggettivi più ricorrenti per descrivere la sua sensibilità in cucina, costruita su tre ingredienti principali: oltre al pesce che ama cucinare, la classifica contempla ortaggi, frattaglie e selvaggina di ogni genere con l’aiuto di molte erbe aromatiche.
Flavio Costa sa benissimo l’impegno che occorre per svolgere il suo mestiere. «Per ottenere qualcosa di buono, bisogna avere una passione illimitata che ti fa restare in cucina anche tutto il giorno, facendo grandi sacrifici, per questo non smetterò mai di ringraziare tre persone: mio papà che non c’è più, la mamma ancora nel ristorante e mia moglie Roberta. E, naturalmente, le mie due gemelle Alice ed Elisa di 3 anni e mezzo che pazientemente mi supportano in questa stimolante ed entusiasmante avventura».