Baldissero d’Alba dista 60 Km da Cuneo, 16 da Alba e 50 da Torino. Il nome di Baldissero trae origine dalla diffusa presenza di boschi (l’area occidentale del territorio era compresa nell’antica “silva popularis”), da “vauda” o “bauda”, volgarizzazione del germanico “wald”: bosco.
Baldissero è uno degli insediamenti formatosi nei pressi del sentiero che attraversa le “Rocche”, particolarmente spettacolari dietro il castello di Baldissero e verso Montaldo, che costituiscono una peculiarità ambientale dal punto vista geologico, morfologico, floristico, faunistico e paesaggistico.
La maggior parte del suolo, sabbioso di origine marina, ricco di fossili, quasi privo di calcare e tendenzialmente arido, è particolarmente indicato per la produzione di Roero Arneis DOCG.
Compreso
dopo il Mille nel feudo di Sommariva Perno, Baldissero viene
venduto per metà dai Signori di Sommariva al marchese Federico II di Saluzzo
all’inizio del ‘200. Il distacco totale
si ha intorno al 1268: due anni dopo Guglielmo, che nella divisione fra i
“domini de Summaripa” aveva ottenuto Baldissero, viene già denominato
“de Baudesseto”. Nel 1487, durante la guerra per il Marchesato
di Saluzzo, Baldissero è conquistato da Carlo I di Savoia,in seguito reso ai
Colonna (cognome che si erano dati i locali signori – metà ‘400 – vantando
false origini dai Colonna romani).
Il Marchesato passa nel 1548 alla Francia. Nel 1588 Giovanni Alberto Colonna
aderisce alla religione riformata e Carlo Emanuele I di Savoia conquista il
marchesato saluzzese. La quota di feudo di Giovanni Alberto Colonna viene
data (1593) a Don Gonzalo Salinas y Hermosa, maestro generale di campo del
duca. Dopo nel 1618 al presidente ducale Ludovico Zoello, nel 1619 a Conreno
Roero, nel 1629 a Don Felice di Savoia e nel 1644 ai Carron di St-Thomas. Il
casato Colonna si estingue nel 1846; le proprietà vengono ereditate dai conti
Moffa di Lisio e Icheri di Malabaila.
COSA VEDERE:
Castello dei ColonnaGià esistente nel 1268, sopportò assedi sabaudi nel 1389 e nel 1487 e fu oggetto di varie modifiche tra il 1585 ed il 1617. Posseduto in maniera prevalente dai Colonna passò, alla loro estinzione, a Guglielmo Moffa di Lisio, patriota e politico braidese che, intorno al 1870, lo ricostruì quasi interamente in forme neogotiche. Conserva tratti della cinta con torre e torretta della precedente costruzione secentesca e als uo interno resti dell’antica cappella gotica con pareti affrescate. Il castello è privato e all’esterno è visibile ancora una parte della cinta muraria con la torre deltta “dei Coltelli”.
Chiesa di Santa Caterina
Chiesa parrocchiale posta al centro della “villa”. La
prima citazione figura nel catasto del 1507 custodito negli archivi comunali. L’attuale
edificio è il frutto della ricostruzione, in forme barocche, avvenuta tra il
1711 ed il 1712 ad opera dei mastri luganesi Michele e Domenico Pianca. Del
1771 è la sopraelevazione del campanile, mentre la facciata è stata completata
nel 1854. L’interno è ad una sola navata. L’organo, un Collino del 1854, è
stato restaurato alcuni decenni fa e restituito all’antico splendore.
Osservatorio ornitologico del
Roccolo
Dalla frazione Baroli si diparte una strada che conduce, dopo
circa 1,5 Km, alla Cascina Serralunga e all’Osservatorio Ornitologico ubicato
al suo interno, prossimo ai confini con Sommariva Perno. Si tratta di una
stazione fissa mimetizzata nel verde, che ha lo scopo di attirare gli uccelli
stanziali e di passo e di consentirne la cattura e l’inanellamento per studio e
didattica.
Questa struttura – attiva dal 1977 – è localizzata nell’ultimo grande bosco
piemontese di pianura che è quanto rimane dell’antica silva popularis, estesa
da Bra a Pralormo. In questa fitta vegetazione vengono sistemate apposite reti
nelle quali vanno ad impigliarsi gli uccelli, immediatamente osservati e
censiti dal personale addetto. Queste rilevazioni sono importanti per lo studio
delle migrazioni degli uccelli europei e dell’entità e caratteristiche delle
specie. Il Roccolo è aperto su prenotazione per scuole e gruppi.