Paesi del Roero: Ceresole d’Alba

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Ceresole d’Alba: paese di tinche, peschiere e birra.

Ceresole d’Alba è un piccolo paesino che consta poco più di due mila abitanti, ed è il comune del Roero situato più a Nord.  Oggi Ceresole è un importante centro per le produzioni zootecniche ed agricole, importante è il suo prodotto enogastronomico tipico, la “tinca ceresolese”.

La maggior parte del territorio è caratterizzato dalla presenza di terreni umidi che hanno favorito il formarsi di laghetti artificiali detti comunemente peschiere o tampe.

L’insediamento delle peschiere è sicuramente favorito dalle terre argillose (terre rosse) caratterizzate da orizzonti impermeabili a poca profondità e da un clima continentale tutt’altro che piovoso che vanta le precipitazioni medie annuali più basse della intera provincia di Cuneo.

Le peschiere per secoli hanno rappresentato una preziosa riserva di acqua, una fonte di abbeveramento per gli animali e soprattutto la possibilità di allevare tinche, da sempre la specialità gastronomica del paese. Le peschiere rivestono una notevole importanza nell’ ambito dell’ equilibrio ambientale, zone umide inserite in un ambiente siccitoso consentono la sopravvivenza di uccelli acquatici, anfibi e pesci oltre a costituire riserve d’acqua per tutta la fauna locale:aironi, gallinelle d’acqua e anatridi di vario tipo.
 

CENNI STORICI

Le prime testimonianze di attività umana in questo territorio risalgono alla preistoria, mentre non si hanno agganci toponomastici all’epoca romana. 
Ceresole entra nella storia nel 1041, con la conferma da parte dell’imperatore Enrico III del possesso al Vescovo di Asti. All’inizio del ‘200 viene infeudata dal vescovo alle famiglie “de Montaldo” e “de Anterixio”. Dopo varie vendite feudali, entrano a far parte della storia ceresolese la famiglia Roero, più precisamente a partire da Filippo Roero si originano i cosiddetti Roero di Ceresole. A partire dal XV secolo il paese diviene lo scenario di battaglie francesi e spagnole. Nell’ultimo quarto del ‘600, l’ultimo erede Roero, Francesco Bernardino vende il palazzo in cui risiedeva e muore pochi anni dopo.

COSA VEDERE

Castello. Residenza dei Roero di Ceresole, quando nel 1468 avviene una divisione dei feudi tra i vari rami del casato, si fa cenno al castello, che quindi già esisteva da tempo e che venne assegnato a Filippo Roero. Conserva parti del ‘500 nel lato nord mentre a sud venne trasformato in “palazzo” verso la metà del ‘600.
Il Castello è aperto al pubblico l’ultima domenica del mese per Visite Guidate da Maggio a Ottobre.

Il muBATT – Museo della Battaglia del 1544 di Ceresole d’Alba.
Il muBATT, realizzato riqualificando gli ambienti della vecchia ala del mercato del Comune di Ceresole d’Alba, è dedicato ad una delle più importanti battaglie combattute da eserciti stranieri in territorio italiano.
Protagonisti dello scontro, avvenuto il 14 aprile del 1544, l’esercito francese di Francesco I e l’esercito degli Imperiali guidato da Carlo V, che si sfidarono per ottenere l’egemonia in territorio italiano. Lo scontro, che vide protagonista circa 30 mila soldati, si concluse con la vittoria dell’esercito francese, causando oltre 10.000 morti

Madonna del Buontempo (XV sec.). Eretta come voto da Roero Percivalle, in forme tardo-romaniche alla metà del’400, è ora isolata tra i campi di località Novareisa. Era caratterizzata dalla presenza di una abside ornata da un ciclo di affreschi che ora, salvati dal degrado avanzato, sono conservati nel Palazzo Comunale.

Affreschi della Madonna del Buontempo (XVI sec.)
Gli affreschi rappresentano la principale testimonianza artistica presente nel comune di Ceresole d’Alba.
Oggi ospitati nella Sala Affreschi del Palazzo Comunale, sono stati rimossi negli anni ’90 dalla Soprintendenza ai Beni Artistici dalla chiesa della Madonna del Buontempo (sec.XV) per sottrarli all’avanzato degrado dell’edificio.
La chiesa della Madonna del Buontempo era caratterizzata dalla presenza di una abside ornata da un ciclo di affreschi (1553) di scuola Macriniana (attribuiti a seguaci dei pittori Spanzotto e Macrino).
I dipinti rappresentano la Pietà, San Giovanni Battista, San Bernardino, San Nicola da Tolentino, San Rocco, la Vergine con S. Antonio Abate mentre di epoca successiva è la popolaresca “Crocifissione”.

CURIOSITA’

In un territorio votato alla vite, qui troviamo uno dei birrifici artigianali della zona: il BIRRIFICIO CALIGOLA, un nome che richiama l’antica Roma, con uno dei suoi più celebri imperatori, e l’antica tradizione birraria che da millenni regola la produzione di una bevanda da sempre considerata magica e addirittura dotata di proprietà curative. Ed è proprio a questa tradizione che il birrificio Caligola si attiene, combinandola perfettamente con moderni macchinari in grado di lavorare materie prime selezionatissime.

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