La storia racconta che nel 1170 Gottasecca era feudo del marchesato di Ceva e poi, per la sua posizione strategica, passò ai Del Carretto, ai Marchesi del Monferrato e dagli Sforza ai Savoia. Il nome del paese si ricollega alla siccità di questa zona dell’alta Langa, che da sempre è povera d’acqua. La sua posizione è dominante rispetto alla valle del Bormida e a quella dell’Uzzone, essendo posto sul crinale spartiacque dei due fiumi.
Interessanti, sotto il profilo artistico e monumentale, la torre e i resti del castello. Poco distante, da vedere il santuario dedicato all’Assunta, immerso nel verde.
Posto sulla dorsale tra Gottasecca e Camerana, probabilmente su di un crocevia di antichi tracciati viari tra le Langhe e la Liguria e tra le valli Bormida ed Uzzone, il santuario di Gottasecca è raggiungibile percorrendo un paio di chilometri con una stradina panoramica tra i boschi.
Oggi completamente isolata (al suo fianco troviamo solo una cascina destinata all’ospitalità dei pellegrini), la chiesa ha origini antichissime: era infatti una delle 16 pievi della Diocesi di Alba ed è citata negli atti ecclesiastici a partire dal 998 come “Sancta Maria de Gudega”.
Di quella prima costruzione oggi non rimane nulla, se non qualche traccia nelle fondazioni del campanile e testimonianze di sepolture venute alla luce nel corso di lavori agricoli. L’edificio infatti è stato interamente rifatto nel Seicento, con la bella facciata decorata da otto lesene e l’interno ad unica navata, dagli altari laterali completamente decorati da pregevoli stucchi, che presentano una varietà di forme assolutamente inusuale (colonne, angeli, motivi vegetali, paesaggi, simboli religiosi, grottesche); pure interessante l’altare maggiore.
Purtroppo negli ultimi anni numerosi furti hanno privato il Santuario di tutti i quadri e arredi “asportabili”.
A metà agosto, in onore della Vergine, si tiene la festa del paese.